Come si possono proporre valori e strumenti del Soft Power in una stagione in cui tornano prepotenti esperienze di guerra; ed alla collaborazione all’insegna della globalizzazione economica e commerciale sta subentrando un’aspra competizione globale amici/nemici?
Prima di tutto, ricordiamo che – secondo l’elaborazione di Joseph Nye, di oltre trent’anni fa – il concetto di Soft Power può essere sintetizzato nel potere della persuasione, in quanto contrapposto al potere della coercizione.
E che il Soft Power:
- Non comporta un pregiudiziale rifiuto del legittimo uso della forza
- Non è un’alternativa ‘assoluta’ all’Hard Power (militare, ed economico)
- Si può articolare in strumenti nazionali, a promozione e tutela degli interessi di ciascuno Stato sovrano
- Si può sviluppare come elemento importante di un sistema multilaterale basato – in coerenza con la Carta delle Nazioni Unite – sulla ricerca di soluzioni negli interessi comuni degli Stati
- Nella nuova realtà dirompente degli strumenti digitali e delle narrazioni e interazioni nel web, è portatore di valori che contrastano la pericolosa diffusione di propagande basate su fake news e diffamazione
- Attraversa e caratterizza i campi fondamentali dell’universalità della Cultura, delle industrie creative, della Diplomazia Culturale
Noi proseguiamo e rilanciamo l’esperienza del Soft Power Club secondo questi principi ed obiettivi:
- Far dialogare un gruppo di eccezionali personalità internazionali, in un tempo in cui il dialogo è un bene prezioso
- Condividere ogni anno un tema di valore globale, che viene proposto per la IV edizione consecutiva a Venezia, città-simbolo per il mondo
- Assegnare il Soft Power Prize a persone che si sono distinte per competenze decisive ed azioni coraggiose su un tema di interesse universale: nelle prime edizioni, John Nkengasong, protagonista della collaborazione internazionale per prevenire e contrastare la pandemia COVID-19; Kim Cobb e Vanessa Nakate, rispettivamente per le innovazioni scientifiche e la mobilitazione giovanile in Africa contro i cambiamenti climatici