Francesco Rutelli, presidente del Soft Power Club, nel premiare il capo dell’azione africana contro il Covid, giunto a Venezia da Addis Abeba per ricevere il I Soft Power Prize, ha detto: “Il coraggio, l’impegno, la sapienza scientifica di John Nkengasong ci dicono che nessuno si salva da solo dalla pandemia. Solo insieme potremo farcela.”
Covid. Nkengasong, senza vaccini in Africa rischia di diventare endemico
“I paesi in via di sviluppo sono rimasti indietro e se non si fa qualcosa per farli recuperare c’è il rischio che si sviluppino nuove varianti, quindi l’evoluzione del virus è ancora imprevedibile. L’unico modo per porre termine alla pandemia è vaccinarsi velocemente. Purtroppo la situazione in Africa, per quanto riguarda le vaccinazioni è deplorevole. Su una popolazione di 1,2 miliardi di persone, solo il 2,5% è stato vaccinato e il nostro obiettivo è quello di arrivare al 70%. È un lungo percorso passare dal 2,5% al 70%. Per l’Africa le conseguenze sono negative, con il rischio che la pandemia diventi endemica, cosa che già sta avvenendo. Per il resto del mondo, se non accelera il ritmo della vaccinazione in Africa, c’è il rischio che si sviluppino più varianti e più aggressive e patogene rispetto a quelle attuali. Quindi è nell’interesse collettivo che tutti si vaccinino. Bisogna conquistare le persone con il cuore: il soft power, il potere della persuasione, è la direzione giusta da prendere per convincere le persone a vaccinarsi”. Lo ha detto John Nkengason, direttore dei centri africani per la prevenzione e il controllo delle malattie ricevendo il Soft Power Prize da Philippe Donnet, Group Ceo di Generali.
“Credo – continua Nkengasong – che sia necessario regionalizzare le competenze, cioè fare in modo che ogni paese sia in grado di diagnosticare, sviluppare e produrre localmente il vaccino. Se non lo facciamo, permarrà lo squilibrio attuale e in caso di pandemia alcuni paesi saranno favoriti, mentre altri rimarranno fanalini di coda. Basti pensare che attualmente l’Africa importa il 99% dei vaccini, mentre ne produce l’1%. Serve il soft power per ripristinare l’equilibrio di quella che io chiamo l’architettura della sicurezza sanitaria mondiale”.